“Si chiama Erik Maria Bark ed era l’ipnotista più famoso di Svezia. Poi qualcosa è andato storto e la sua vita è stata a un passo dal crollo. Ha promesso pubblicamente di non praticare mai più l’ipnosi e per dieci anni ha mantenuto quella promessa. Fino a oggi. Oggi è l’8 dicembre, è una notte assediata dalla neve ed è lo squillo del telefono a svegliarlo di colpo. A chiamarlo è Joona Linna, un commissario della polizia criminale con l’accento finlandese. C’è un paziente che ha bisogno di lui. È un ragazzo di nome Josef Ek che ha appena assistito al massacro della sua famiglia: la mamma e la sorellina sono state accoltellate davanti ai suoi occhi, e lui stesso è stato ritrovato in un lago di sangue, vivo per miracolo. Josef è ricoverato in grave stato di choc, non comunica con il mondo esterno. Ma è il solo testimone dell’accaduto e bisogna interrogarlo ora. Perché l’assassino vuole terminare l’opera uccidendo la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente. C’è solo un modo per ottenere qualche indizio: ipnotizzare Josef subito. Mentre attraversa in auto una Stoccolma che non è mai stata così buia e gelida, Erik sa già che infrangerà la sua promessa. Accetterà di ipnotizzare Josef. Perché, dentro di sé, sa di averne bisogno. Sa quanto gli è mancato il suo lavoro. Sa che l’ipnosi funziona. Quello che l’ipnotista non sa è che la verità rivelata dal ragazzo sotto ipnosi cambierà per sempre la sua vita. Quello che non sa è che suo figlio sta per essere rapito. Quello che non sa è che il conto alla rovescia, in realtà, è iniziato per lui.”
La recensione di oggi è un NI: è un libro che ho acquistato attirata dal titolo e dalla trama, scritto da Lars Kepler, pseudonimo utilizzato dalla coppia di autori Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril.
Nel complesso, il libro non è male. Pur non essendo una storia incentrata sulla pratica dell’ipnosi, è comunque attorno all’ipnosi che si costruiscono tutte le varie vicende del racconto. Una delle cose che ho apprezzato di più è la caratterizzazione dei personaggi, realistica e ben fatta, Erik Maria Bark è un uomo debole, consumato, tormentato, è una persona molto più comune di quanto si possa pensare e questo mi è piaciuto. La trama, nel complesso, è coinvolgente. Personalmente, credo che sarebbe risultato più credibile sviluppare una trama legata ad un argomento solo, ma la costruzione delle varie vicende, rende lo stesso il libro molto avvincente e vario, da obbligarti ad andare avanti nella lettura.
Nonostante questo, lo stile rallenta molto nella parte centrale del racconto, mentre cerca di riprendere, nell’ultima, un tono più concitato, non riuscendo, tuttavia, ad evitare un finale fin troppo scontato e prevedibile.
Altra nota negativa, alcune descrizioni di luoghi e persone, e l’eccessivo utilizzo di nomi e cognomi, di vie e paesi, risultano troppo prolisse rendendo, a tratti, pesante la lettura.
“Ci sono momenti in cui con tutti gli atomi del nostro corpo intuiamo che c’è qualcosa di sbagliato.”
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